[vc_row section="yes" bg_color=""][vc_column align="center" width="1/1"][ish_portfolio layout="masonry-regular" open_type="image" use_captions="no" animation="3dcube" category="share" columns="3"][vc_row_inner][vc_column_inner width="1/2"][ish_headline]2014
SHARE[/ish_headline][/vc_column_inner][vc_column_inner width="1/2"][vc_column_text]Performance.
Teatro Studio
con Alessandra Maoggi
In collaboration with Mauro Stagi.
curator Pietro Gaglianò[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_row_inner][vc_column_inner width="1/1"][vc_column_text align="left"]SHARE Performance in collaborazione con Mauro Stagi
SHARE è un rito urbano: "E' un mantra che cerca di liberarsi dello spazio, e nell'azione vuole liberare la condivisione, vuole liberarla da forme eccessive, per riportarla in un luogo più autentico. Pietro Gaglianò„SHARE …. elabora testi classici e del Novecento in un‘azione sincopata e irta di variazioni, dove i codici del linguaggio urbano si incontrano con la parola poetica, il corpo esibito, la relazione conflittuale con il pubblico e con lo spazio. Il progetto indaga il concetto dello ‘share’, inteso come “parte, porzione, contributo, quota, consenso, titolo azionario, indice auditel, condivisione”. Immersi assieme agli spettatori in un sottopassaggio di una città troppo grande, i due artisti cercano una direzione, un senso alle parole, una via di fuga all’ansia della condizione contemporanea.
SHARE è un rito urbano: “è un mantra che cerca di liberarsi fare spazio, e nell’azione vuole liberare il concetto (share), lo vuole alleggerire da forme eccessive, per riportarlo a una collocazione più autentica”.” Presentazione di Pietro Gaglianò
“La parola Share…..nel suo uso più comune è un dato che assume sempre più rilievo nell’era dei mass media, dei “vidioti” teledipendenti, che conduce a delle vere e proprie sfide all’ultima schocking news per aumentare le visualizzazioni, appunto la percentuale di share.
Le diverse lingue dei testi conferiscono la possibilità da un lato di ricercare comprensione e conoscenza, dall’altro di formulare una sorta di” stream of consciousness”. Si può reagire “di pancia” ai cambiamenti di registro o attendere che le nostre connessioni sinaptiche ci indichino un’interpretazione. Il corpo diventa uno strumento tramite cui leggere in modo contiguo la stessa domanda, un corpo che si muove, agilmente, convulso, accennando piccole gesta o tic nervosi, come in un’oblazione rituale. Un rituale che si manifesta sia nelle forme stereotipate di urbanità, stimolando un immaginario comune, sia scavando nella letteratura e trovandovi spunti affini di riflessione, ponendo domande, scandagliando un concetto, trattandolo come se fosse materia pura, come il ritmo sincopato di una città a cui cercare di adattarsi. I suoni acusmatici danno alla partecipazione acustica un ulteriore effetto straniante. Il suono delle campane ci ricorda il nostro abbandono ad essere schiavi di un tempo scandito di appuntamenti da segnare sul nostro Moleskine, unito ad un tempo più eterno, che libera la mente, quello dei canti dei mantra meditativi, che si sovrappongono e mixano con i rumori cittadini, le manifestazioni, i servizi televisivi.… Attraversare il significato di Share, un gioco precario, esaustivo, ma anche fisicamente esauriente, come tenere una pallina tra due teste cercando di non farla cadere.”
Francesca Biagini
Debutto 2014 “piece" collettiva curatore Pietro Gaglianò al Teatro Studio di Scandicci.[/vc_column_text][vc_column_text align="left"]press share wallstreet journal
http://www.wsimagazine.com/it/browse-by-continent/europe/italy/share-performance-rito-urbano_20140325145934.html#.Wnm3K80nwkJ[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][/vc_row][vc_row bg_color=""][vc_column width="1/1"][ish_separator separator_style="double"][/ish_separator][/vc_column][/vc_row][vc_row bg_color=""][vc_column width="1/1"][ish_headline tag_size="h2" align="center"]
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